Le malattie respiratorie nei bambini e l’inquinamento atmosferico

Il 7 settembre si celebra la Giornata internazionale dell’aria pulita, giunta alla sua seconda edizione. L’Associazione Respiriamo Insieme ha voluto festeggiarla con una due giorni all’insegna dello sport, della prevenzione e della sensibilizzazione sulle tematiche della salvaguardia ambientale e degli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute dei grandi, ma soprattutto dei più piccoli. Abbiamo approfondito questi temi insieme al Dott. Antonio Di Marco, Dirigente Medico del reparto di Broncopneumologia Pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma.

L’inquinamento atmosferico, a cui la stragrande parte della popolazione mondiale risulta esposta, causa in età pediatrica numerosi sintomi che oscillano dai più banali episodi irritativi a carico delle vie respiratorie (riniti-faringo-tracheiti), alle riacutizzazioni asmatiche, alle infezioni delle vie respiratorie.

Oltre a provocare l’aggravarsi delle malattie respiratorie nei bambini in età pediatrica, l’inquinamento sta facendo registrare un numero preoccupante – e in crescita – di malformazioni e morti infantili.
I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità riportano un elevato numero di decessi in età pediatrica (circa 500 mila per anno) attribuibili agli effetti diretti e indiretti dell’inquinamento, primo fra tutti la precoce esposizione sin dalla gravidanza che comporta maggiore suscettibilità degli organi in formazione nel feto.

A soffrire maggiormente gli effetti dell’inquinamento sulla popolazione in età pediatrica sono le aree di sviluppo come la zona asiatica e l’America, più inquinate -e inquinanti- rispetto all’Europa.
In Italia il problema esiste ma non è supportato da studi importanti come invece accade nelle aree più interessate dal fenomeno; l’ISS ha però rilasciato una relazione dedicata all’inquinamento della plastica, in cui emerge la correlazione con diverse malattie di carattere respiratorio.

I rischi dell’inquinamento per feti e neonati

L’inquinamento ambientale può portare allo sviluppo delle malattie e infezioni respiratorie ma anche condizionare la fase dello sviluppo prenatale, predisponendo il feto alla malattia asmatica subito dopo la nascita. Le madri possono veicolare queste sostanze tossiche nel fegato e attraverso il sangue, causando nascita prematura e nei primi anni di vita malformazioni o malfunzionamenti degli organi.

Già nell’utero materno i bambini sono a rischio contatto con le polveri sottili, un agente inquinante pericoloso nonché responsabile di disfunzioni ed effetti importanti sulla salute umana.

Le polveri sottili compongono il particolato, formato da particelle solide o liquide disperse nell’aria e, a seconda loro dimensioni (che variano dal PM10 al PM2,5, dove i numeri rappresentano il diametro aerodinamico espresso in millimetri), si depositano nelle vie aeree superiori come naso e gola, nella trachea o nei bronchi arrivando fino agli alveoli, ovvero le sacche dove avvengono gli scambi di ossigeno e anidride carbonica.

Il rischio che il bambino possa soffrire di asma nei primi 5 anni di vita è alto se la madre durante la gestazione è stata esposta ad alti livelli di inquinamento atmosferico, destinati a crescere se si vive nei pressi di grandi arterie autostradali e nelle metropoli in generale.

Tra le peculiarità che rendono più elevata l’esposizione dei bambini agli inquinanti dell’ambiente abbiamo il fatto che la loro frequenza respiratoria è più elevata e che la respirazione è frequentemente orale, soprattutto nei più piccoli, cosa che comporta la perdita del filtro naturale nasale. La superficie polmonare di un bambino è più estesa, in rapporto al suo peso, rispetto a quella degli adulti e inoltre il loro apparato respiratorio, cardiovascolare e il sistema immunitario sono in fase di sviluppo, di conseguenza più facili da attaccare.

Inoltre, i bambini sono più esposti degli adulti perché, oltre a respirare prevalentemente con la bocca aperta, camminano ad altezza dei tubi di scarico, diventando così più suscettibili alle particelle emesse dall’usura di freni e pneumatici.

L’esposizione all’aria inquinata può portare come sintomi iniziali l’irritazione di naso, gola e occhi, che col tempo si traducono in malattie respiratorie croniche da curare con farmaci anti-asma ma che spesso portano a frequenti visite pediatriche specialistiche o al ricovero in ospedale.

Come ridurre l’esposizione all’inquinamento dei bambini

La qualità dell’aria è fondamentale per il benessere e la crescita dei bambini, che hanno bisogno di giocare all’aria aperta ma devono essere preservati da malattie e conseguenze negative a lungo termine sulla salute.

Vediamo come si può ridurre l’esposizione dei piccoli all’inquinamento senza rinunciare alle attività di gioco outdoor:

  • controllando le previsioni sulla qualità dell’aria e tenendone conto nel pianificare la giornata;
  • evitando le attività all’aperto nei luoghi vicino alle strade trafficate, soprattutto nelle ore di punta; preferite sentieri e percorsi alternativi, possibilmente nelle aree verdi;
  • quando i livelli degli inquinanti sono particolarmente alti, come accade con l’ozono in estate, è meglio evitare l’attività fisica all’aperto nelle ore più calde, rimandando al mattino presto e la sera.
  • mantenendo chiuse le finestre di casa nelle ore centrali della giornata.

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2021-10-01T06:59:22+00:00Di |Articoli sull'Asma|
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